Arriverà l'autunno

 

Arriverà l'autunno,

con le piogge e i suoi odori

ed io ti avrò scordato.

Perché mi attraversasti il cuore

in lungo e in largo,

senza accorgetene mai.

E se amore fu, fu un istante.

Mentre per la sognatrice,

la strega e la folle fu tutta la vita.

Ora che agosto infuoca e tu sarai

con altri a ridere, io devo piangere

muta senza un lamento.

Non c'è posto per i rimpianti

e tu detesti chi si dispera vanamente.

Non mi è rimasto che farlo, temo.

E aspettare l'autunno, un cambio di scenario

e qualche brezza sottile che mi asciughi

lacrime nascoste, senza drammi.

Presente, semplice

Sognare è tutto di questi tempi matti.

D'un sogno sognare, d'un altro mondo.

Ho creduto di cambiare riuscendoci,

son cambiata, si, ma è intorno

mutato il sistema che ora scorgo.

Mi svegliai infine e ogni cosa

ha perduto il senso e il senno.

Che venga qualcuno a strapparmi via di qua,

altrimenti sarà un secondo o cent'anni

non cambia niente.

Sarà che mi manchi, anche.

E la realtà diciamo che non aiuta.

Potessi di colpo non essser più io.

Mi desto, son desta, sarò desta, lo sarei anche ...

meglio dormire finchè questa nebbia,

finchè questa rabbia vestita di noia,

fino al punto in cui oggi sarà presente.

Stupida no

 

C'è un buco

nel cuore

e porta il tuo nome.

So di avere 

sulla fronte

una luce. La seguo.

Laggiù aspetta

che parta

una donna.

E andrò, non fosse

altro che per

sentirmi viva.

Ciao, addio.

Mio senza, mio mai,

mio per sempre.

Sebbene la luna

mi strizzi l'occhio

dolce ammiccando.

Anche se le notti

spilli di sogni

mi trafiggono attesi.

Pure se un soffio

sovente m'invoglia

un timido balzo.

Stupida sarei

illudendomi tremando.

E stupida non sono.

Gli orizzonti

 

Guarda, amico, lontano.
Senti nell'aria odor di nuovo
e di sfide scorre il dolce sapore.

Freschi orizzonti ti chiamano,
limitati dalla sola tua felice paura.
Ora che cambiare sembra l'unica via.

Io ti attenderò sempre nell'ombra,
perché tanto ho a cuore chi sei.
Nemmeno il mare è profondo così.

La tempesta

 

Questa è per te che abiti 
il mio cuore. In silenzio
e da lontano. Sfuggendo
al tuo stesso controllo.
Sento che sei qui, se potessi
mostrarti quanto e da quanto.
Come a un'onda nascente
non si dà peso.
Così per noi,  
stupidi sognatori.
Ecco che spunta 
all'orizzonte 
una barca.
E sono due 
le vele che solcano
leggere e forti
sfrontatamente
la tempesta.

Tubetti

 

Hai finito di stringere?

Chiese il dentifricio

alla mano del padrone.

Non vedi che non ce n'è?

Lasciami stare e

trovatene un altro.

Pensi che puoi...ancora...    

qualche goccia?

Son solo lacrime,

non sai che farne.

Lì fuori è pieno,

tubetti gonfi tronfi

di sé pronti

a esploderti sotto 

le dita, nuovi.

Quel che potevo

te l'ho dato

e non lo rivoglio.

Sai solo spremere,

tanto vuoto hai il cuore.

E quegli occhi son giusto

specchi in cui perdersi.

Gradini

 

Temo un bacio tuo.

Giurami, ti prego, che non mi bacerai.

E se non riuscissi più

a farne a meno mai?

Se ogni bocca poi

divenisse inutile?

Labbra che non oso,

pelle di un angelo

e pensieri di cento satiri.

Un lamentoso avvenire

senza te, un odiato

domani. Trattengo

il fiato e sei

qui davanti.

Non conta altro

che il tocco.

Gradini di note

sospendono il cuore,

come i Led Zeppelin

ti inchiodano e

senza accorgerti

sei già in viaggio,

dove non sei più tu,

ma respiro dell'anima.